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“Ho visto nascere la Prima Chiosa Pubblica, e forse anche la Seconda. Mi auguro di vedere la Terza.”

Giulio Andreotti

Addio e grazie per tutto il pesce

Delle sardine.

Dopo l’intervento di Nanni Moretti in piazza possiamo finalmente affermare che questo “movimento dei girotondini”, nato dalla società civile per contrastare la sovraesposizione mediatica di Silvio Berlusconi e la sua deriva autoritaria, ha finalmente… No, aspettate, ho sbagliato: questo era il 2002.
Scende in piazza il “popolo viola” a difesa della CostituzionePiùBellaDelMondo™, nato dalla società civile per contrastare la sovraesposizione mediatica di Silvio Berlusconi e la sua deriva autoritaria, ha finalmente… Fermi tutti, ho sbagliato di nuovo incipit, mi sono confuso con il 2009.
Tante, strette, fitte come nelle scatole di latta: ecco le “Sardine” - stavolta l’ho imbroccata - che da qualche mese riempono le piazze italiane. Vorrei poter aggiungere altro per descrivere questo ennesimo movimento sinistrorso che scende in piazza a scaldarsi canticchiando “Bella Ciao” (manco fossero al Parlamento Europeo) e sfoggiando sagome di pesci in cartoncino colorato [1]. Ma ahimé, nonostante le sardine siano così comuni a largo delle nostre coste, non trovo nulla di davvero profondo da segnalare.

Del resto è stato lo stesso capobranco, più propriamente capobanco, ad affermare fin da principio in maniera forte e vibrante di non esser interessato a qualsiasi esposizione mediatica. Mattia Santori, líder máximo e portavoce dell’ittica congrega, lo ha detto a chiare lettere a “Otto e Mezzo” dalla Gruber. Poi lo ha ribadito di fronte a Floris a “Di Martedì”. E che fai, a ‘sto punto non ci vai a metterlo nero su bianco pure da Formigli a “Piazza Pulita”? E si sa che i più giovani non hanno “sbatta” di sorbirsi questi salotti televisivi così seriosi: tocca fare una comparsata anche a Propagandalive. E poi di corsa a “Omnibus”, a esprimere il pacato punto di vista di chi “non ha più voglia d’ascoltare”. E per chi avesse tirato tardi la sera e non si fosse svegliato in tempo per l’omelia? Fortunatamente c’è “L’Aria che Tira” prima di pranzo, così anche i dormiglioni possono godersi i riccioli del guerrigliero delle buone maniere in politica. Perché è soprattutto di questo che parlano i nostri pesci pelagici, di bon ton.

Aldilà della presentazione del tour de force da telepredicatore sostenuto dal “principale punto di riferimento” delle Sardine - è così che lo apostrofano i giornalisti – è doveroso proporvi un’analisi che vagli nel merito i temi impugnati da questo movimento di piazza. Dopotutto non può esserci soltanto la critica a un partito d’opposizione, si rischia di sembrare un tantino totalitari. E infatti, dopo aver riunito a Roma oltre 150 coordinatori da tutta Italia, nella giornata di domenica sono finalmente arrivati a una conclusione dopo oltre tre ore di consiglio. Ecco gli ormai famosi sei punti, riportati esattamente per come sono stati espressi:

• Uno: pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a lavorare;

• Due: chiunque ricopra la carica di ministro comunichi solo attraverso i canali istituzionali;

• Tre: pretendiamo trasparenza dell’uso che la politica fa dei social network;

• Quattro: pretendiamo che il mondo dell’informazione traduca questo nostro sforzo in messaggi fedeli ai fatti;

• Cinque: che la violenza venga esclusa dai toni della politica e anzi che la violenza verbale venga equiparata a quella fisica;

• Sei: abrogare il decreto sicurezza di Matteo Salvini.

Perdinci, si sono proprio sforzati per produrre questa “colatura”. Potevano risparmiare inchiostro e scrivere “Lega Merda” per sei volte come si legge sui muri delle città universitarie. Una qualsiasi assemblea studentesca, di un qualunque liceo o istituto, è in grado di produrre un piano programmatico più significativo e politicamente pregnante solo per chiedere qualche ora in più di autogestione. Tralasciando totalmente l’infelice scelte delle parole, addentriamoci, ma non troppo, nelle complesse sfumature dei singoli punti.

Uno. Fischieranno parecchio le orecchie al Ciambellano di Pontida durante la lettura di queste istanze, infatti già al primo punto troviamo un riferimento non esattamente velato. Non che il punto sia campato per aria, per carità: è vero che l’ex inquilino del Viminale un giorno mancava e l’altro pure, ma qui si ignora totalmente la presenza di tutta una serie di funzionari, segretari e consiglieri che coadiuvano e assistono i Ministri. I quali non sono quasi mai tecnici preparati e efficienti bensì punti di riferimento di un piano politico che ambisce a realizzare una certa visione piuttosto che mandare semplicemente avanti la baracca come dei curatori fallimentari.

Due. Circolare del Ministero Delle Infrastrutture, oggetto: “Preparazione del pasto situato in periodo serale”, testo: “Cara, oggi esco prima che tanto ai Benetton le autostrade non gliele tolgono, butta pure la pasta”. Seriamente, vien da chiedersi come possa un ministro, che magari è anche segretario del proprio partito, comunicare esclusivamente attraverso i canali istituzionali. Si chiede quindi anche che siano rese incompatibili la carica di Ministro e l’attività politica? A parte l’ennesimo tentativo piuttosto goffo di metter i bastoni fra le ruote al verde Stupor Mundi non vedo altro scopo. Se voialtri lo avete capito inviateci una spiegazione per email a info@lachiosapubblica.it.

Tre. Anche qui, ma son davvero convinti che le elezioni si vincano postando il piatto di “rognone allo strutto marcio” su Facebook? Poi “uso trasparente” può voler dir tutto e al contempo nulla. Vogliono che venga annotato “per fini elettorali” in calce ad ogni post politico? Che appaia in sovrimpressione “lo faccio per i voti” sui meme di Meloni-chan? Che si comunichi quanto viene speso per sponsorizzare i video degli immigrati che rubano? Io me li immagino lì riuniti in 150 mentre un furbone che studia giurisprudenza se ne esce con “trasparenza” e tutti gli altri che si alzano ad applaudire.

Quattro. L’informazione è una cosa seria e deve essere gestita in maniera seria da professionisti seri. Che, per chi non lo avesse ancora capito, sono quelli che piaccono al popolo marino. Provo a spiegarlo in maniera semplice: avete presente Mario Giordano che, prima di introdurre una riflessione sul consumismo, spacca zucche di halloween sbraitando “NON LO VOGLIO FESTEGGIARE”? Ecco. Le Sardine sono quelle persone che non ridono ma che digrignano i denti sperando che chiudano la trasmissione per sostituirla con uno speciale condotto a giorni alterni da Bianca Berlinguer e Serena Dandini intitolato “Novelle odierne”. Con introduzione di Massimo Gramellini e postfazione di Marco Damilano, naturalmente.

Cinque. La capacità di distinguere fra soggettivo e oggettivo, così come quella di dare il giusto peso a cose diverse, è uno di quei traguardi del processo evolutivo chiamato “crescita” che i nostri amici in scatola hanno saltato a piè pari. Già la legge italiana è fin troppo liberticida con quelli che si definiscono “reati d’opinione”, ci manca solo l’introduzione dello psicoreato di orwelliana memoria. Che poi a decidere quale violenza verbale accomunare a quella fisica vogliono essere loro, ma nel punto si sono dimenticati di chiarirlo.

Sei. Finalmente un punto che ha quasi senso. Magari un po’ più di precisione nel descrivere esattamente quale fosse la parte o l’articolo per loro inaccettabile potevano pure spenderla, ma almeno siamo di fronte a un’istanza sensata. Questo non significa che io sia più o meno d’accordo o che, men che meno, la ritenga un’urgenza così impellente della società nella quale viviamo. Io avrei scritto “contrastare le diseguaglianze sociali” ma sono un sognatore, lo ammetto. Comunque il sesto rappresenta l’unico punto da non considerarsi irricevibile politicamente quindi per pietà non perdo tempo o energie a contestarlo.

Bah. Dopo tutto ‘sto sproloquio, mi sento quasi in colpa ad aver speso e avervi fatto spendere tutto questo tempo a ragionare su questo ennesimo movimento. È sempre la solita storia: quando la sinistra arranca, arriva in soccorso una forza “spontanea” [2], figlia della “società civile”, che prova a recuperare un poco di consensi persi coalizzandosi dietro il classico nemico comune che ogni volta arriva a seminare terrore e dittatura. La stessa nascita emiliana del fenomeno così a ridosso delle regionali, per la prima volta in bilico da oltre mezzo secolo, mette in luce come non possa trattarsi di un mero sfogo di cittadini perbene turbati dalle derive autoritarie dello Stato. Visto e considerato poi quanto sia ridicolo manifestare contro un partito che si trova all’opposizione, senza sforzarsi nemmeno a portare alcuna idea che vada oltre lo slogan “non si Lega”.
Non voglio essere tacciato di benaltrismo, ma mai una volta che si provi anche solo a riconoscere i problemi di natura sociale ed economica che piagano il nostro Paese. Semplice raccontarsi che Salvini ottiene consenso con trucchetti e scorrettezze, più difficile trovare delle risposte alternative ai problemi veri. Poteva essere un’occasione per non lasciare alla Lega il monopolio su temi quali sicurezza, lavoro e pensioni invece di avanzar pretese in pieno stile “sapesse Contessa”. Però bisogna avercele le idee, per esprimerle. Le Sardine non ne hanno e del resto non ne servono per convogliare il flusso di elettori in rotta dalla sinistra indietro verso l’ovile. Quello che hanno invece è il piglio arrogante di chi, pur non sapendo bene cosa, pretende.

 

Note

[1] Lascio a voi la polemica sullo spreco di cellulosa, ché a me di Greta importa il giusto.

[2] Per dirla con Marco Rizzo: «Nel PC c'era un vecchio partigiano che ci diceva che non c'è nulla di più organizzato di un movimento spontaneo. Ed è vero.»

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