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"Con la Chiosa Pubblica ben regolata, il popolo generalmente è contento."

James Harrington

Il vero danno de(gl)i (anti)vaccinisti

Ne girano tanti ultimamente

Sappiamo tutti quanto sia importante per l'essere umano l'appartenenza ad un gruppo. Oltre ad assolvere un bisogno istintivo, si rivela essenziale per sentirsi accettati e supportati. L'esempio più classico è quello del gruppetto di bulletti che spadroneggia durante gli anni della scuola dell'obbligo infliggendo tormenti ai coetanei più vulnerabili. Con l'avvento dell'età adulta i comportamenti infantili assumono molto spesso una piega drammatica: le qualità caratteristiche del tipo umano "bulletto delle elementari" le possiamo apprezzare nei sostenitori del Pensiero Unico.

Non troppo tempo fa infatti, se ben ricordate, l'opinione pubblica era completamente polarizzata: da un lato, generalmente timidi e piuttosto reticenti ad affrontare l'argomento politico, i sostenitori del centro-destra berlusconiano mentre, dall'altro, i rampanti detrattori del Cavaliere. Se i primi erano certamente più numerosi, i secondi costituivano una rumorosissima minoranza largamente rappresentata dalle pagine e dai microfoni dei media mainstream. Rappresentazioni teatrali su Berlusconi, film su Berlusconi, reportage su Berlusconi, spettacoli comici su Berlusconi e un pletora di altre manifestazioni di dissenso più o meno condivisibili. Sia chiaro: non voglio ora difendere o spalleggiare quell'adorabile canaglia di Silvio, protagonista di una grottesca farsa tutta sua. Voglio parlare dei vari oppositori completamente accecati dall'antiberlusconismo che arrivavano a denigrare e insultare non semplicemente l'acerrimo nemico ma proprio i suoi elettori, bollati nel migliore dei casi come gonzi creduloni.

Ecco, oggi come oggi, sarà che ad Arcore non si fanno più troppe cene, sarà che il Cavaliere attraversa un periodo di magra, si è spento l'entusiasmo di una volta. Certo certo, possono chiamare "razzisti" gli elettori leghisti o "grullini" i pentastellati ma, diciamolo, senza la stessa soddisfazione. E quindi, fra un salto carpiato per difendere l'ennesima nave ONG e una piroetta per dare del terrone incompetente a Di Maio, i professionisti della vessazione hanno trovato un obiettivo veramente succulento: gli antivaccinisti.

Numerosi, dall'animo complottista e comodamente reperibili su Facebook, i no-vax sono diventati i bersagli per eccellenza. Sia (di nuovo) chiaro: non voglio stare qua a fare apologia dell'antivaccinismo. Infatti non voglio proprio parlare di vaccini, non credo che ce ne sia bisogno e non sono un medico dopotutto. Parliamo di società. Parliamo di un esercito di persone pronte ad offendere e maltrattare chiunque manifesti un minimo dubbio perché, come in una guerra, "se non sei con me sei contro di me". Li trovate là, intenti a scrivere "BLASTATO" sotto ogni risposta sdegnosa di Burioni a uno scettico o a snocciolare dati, anche presi a casaccio, infamando chiunque nutra delle perplessità. Tutti presi a raccontare di come "faccia schifo il suffragio universale" o di come "l'Italia stia tornando al medioevo": tante Cassandre che anziché la vista hanno perso il senso di empatia verso il prossimo. Non interessa raggiungere un risultato, non interessa convincere o chiarire le idee a qualcuno, interessa solo odiare in gruppo e farsi beffe di chi non è d'accordo. Pensate a chi non è sufficientemente convinto o a chi non è propriamente informato innanzitutto. Provate a immedesimarvi e immaginate di voler sentire qualche parere, magari facendo un post su un social network e chiedendo se ci si possa davvero fidare dei vaccini. Attirati come le mosche dal latte, i nostri alfieri del Pensiero Unico in men che non si dica si fionderebbero su di voi con una veemenza da crociati in Terra Santa.  

Non tutti hanno avuto il dono di una buona educazione, non tutti posseggono una vasta cultura generale. È normale nutrire dubbi o riserve: è umano ed è anche un buon approccio al mondo, secondo la mia modesta opinione. E proprio su chi magari non era contrario ma soltanto incerto si abbatte la repressione più furiosa. Questo fenomeno non solo non appiana le lacune e non chiarisce le idee, ma rischia proprio di spingere gli indecisi dall'altra parte della barricata dove ci sarà chi sarà disposto a dare le risposte sbagliate, ma in maniera più gentile. "Ok - adesso starete pensando - ma almeno gli antivaccinisti convinti se le meritano le manganellate virtuali!". No, sbagliato. Anzi, dannoso. Per molte ragioni, ma soprattutto perché i no-vax non impongono le proprie scelte a se stessi ma ai propri pargoli. Quindi tentare di "recuperarli" dovrebbe essere la priorità assoluta.

Volendo aprire una parentesi: l'approccio fortemente manicheo adottato da Burioni e compari ha trovato un riscontro nella legge Lorenzin sull'obbligatorietà delle vaccinazioni imposte dallo scorso governo. Impedire l'accesso agli istituti scolastici ai bambini non in regola con le coperture vaccinali rischia di avere gravi controindicazioni: in primo luogo comporta una sorta di "punizione" per l'allievo che si ritrova, senza alcuna colpa, separato dai propri compagni di classe; in secondo luogo potrebbe costringere i genitori dissidenti più infervorati a cercare un'alternativa alla scuola pubblica dove, qui sì, una forte concentrazione di individui non vaccinati potrebbe generare dei pericolosi focolai. Insomma, il rischio che il risultato sul lungo termine di queste misure coercitive sia di segno opposto alle aspettative è assolutamente concreto. E va da sé che l'unica ricetta valida per affrontare la sfiducia nei vaccini rimane quella a base di una robusta istruzione scolastica e di specifiche campagne di sensibilizzazione all'argomento. 

Questo clima di tensione porta anche altri grossi danni sul lungo periodo. Negli ultimi anni, anche strumenti essenziali come la farmacovigilanza sono stati fortemente osteggiati dallo stesso personale medico quando si parlava di vaccini. Tutti i dispositivi vaccinali sono stati testati e valutati come sicuri, ma alcuni sono più recenti e necessitano di continue valutazioni. E se, in futuro, il forte pregiudizio portasse a evitare di segnalare alcune criticità? Sarebbe fin troppo semplice, per qualcuno al posto giusto e senza scrupoli, sfruttare sia gli obblighi vaccinali sia la mancanza di una puntuale verifica degli effetti per spendere denaro pubblico in cure inutili. Ricordiamo il caso degli antinfluenzali comprati nel 2009 dallo Stato in fretta e furia per far fronte al terribile virus H1N1: 23 milioni di dosi su 24 milioni acquistate rimasero inutilizzate per la scomparsa del patogeno, dopodiché vennero addirittura rese inefficaci da una logistica inefficiente e un cattivo stoccaggio.

"Che fare quindi?" Distinguetevi. Non cadete nella facile trappola dell'intellettualismo a tutti i costi. Tendete la mano, prestate tempo e pazienza, informatevi e informate. Convincete i no-vax con cui vi trovate a parlare che uno dei più potenti strumenti realizzato dall'uomo può salvare la vita ai loro figli e ai loro amichetti, ma senza quell'arroganza di chi si sente "studiato" e non ha più nulla da imparare. È sempre difficile cambiare le proprie idee, diventa impossibile sotto la pressione degli insulti. Ricordatevelo quando andrete esporre le vostre tesi, e pensate che al loro posto avreste potuto esserci voi.

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