
C'è una categoria d'italiani, e il sottoscritto vi appartiene, che trova godimento quotidiano nel seguire ogni dibattito tv e tribuna politica diffusa via etere. Per questi ogni salotto televisivo è familiare ed è facile riconoscere tutti i faccioni più o meno amichevoli di giornalisti, politologi, esperti e politici abbastanza telegenici per essere invitati dai vari conduttori.
Da qualche mese, più precisamente dalle trattative di formazione del governo, questo gruppo di persone non può aver fatto a meno di notare l'accresciuta presenza del Presidente del Consiglio incaricato, ex tecnico del Fondo Monetario Internazionale, Prof. Carlo Cottarelli.
Il Nostro non era sicuramente nuovo al tubo catodico ma in questi mesi, sarà la precoce pensione alla 58esima primavera o l'accresciuta fama dovuta all'incarico di Mattarella o ancora la pacatezza e il sorriso così distensivi nei tribolati pollai televisivi, le sue apparizioni si sono moltiplicate fino all'inverosimile. E pensare che Mr Spending Review si era dovuto addirittura scusare con la stampa per la troppa riservatezza durante i fatidici giorni da Presidente incaricato [1]. Ci rallegriamo con il tenero Carlo per aver vinto la sua battaglia contro la timidezza: oggi lo si vede senza sforzo occupare ogni canale e ogni fascia oraria con la naturalezza di un navigato uomo dello spettacolo, tanto da diventare ospite fisso del salotto di Fabio Fazio al pari della Littizzetto.
E quante belle lezioni possiamo imparare dal caro Professore. Beh in realtà la lezione è quasi sempre la stessa, rimescolata in diverse salse: tagliare qua, razionalizzare la, stringere qui, risparmiare lì, accorpare quelli e così via. In poche parole qualsiasi ricetta per diminuire la spesa pubblica combattendo il montante mostro mitologico che prende nome di DEBITO PUBBLICO ITALIANO (risata malefica in sottofondo).
Il Nostro è genuinamente preoccupato per la sorte del bel paese e vuole evitare che faccia la fine della disgraziata Ellade, svenuta tra le sue braccia quando era ancora un tecnico al FMI. Forse però il preoccupatissimo Carlo farebbe bene a rinfrescarsi la memoria, perché la responsabilità più grande nella moderna tragedia greca ce l'ha proprio l'FMI: sottostimando il moltiplicatore della spesa pubblica e suggerendo misure draconiane al governo greco, ha di fatto spazzato via ogni speranza che quel paese avesse di mantenere i livelli di PIL necessari per ripagare il proprio debito[2].
Ora sembra proprio che il premuroso professore elargisca consigli per applicare la stessa terapia ai conti pubblici italiani.
Caro Carletto, parrebbe che gli italiani di fare la fine della Grecia non abbiano troppa voglia, quindi i tuoi preziosi suggerimenti puoi darli a chi ci crede ancora.
[1] Discorso pronunciato durante la conferenza stampa di rinuncia all'incarico.
[2] Il FMI ha stimato un moltiplicatore di 0,5. Cioè ogni euro speso dal governo greco generava 0,5 € di PIL. In base a tale analisi, che poi si rivelò errata, si applicarono politiche di austerità per risanare il debito greco. Purtroppo per il popolo greco, le cose sono andate diversamente. IMF apologises for the immolation of Greece