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“Non certo io amo mia moglie e mio figlio più che non mio padre e la Chiosa Pubblica."

Germanico

Montesquieu chi?

Il nuovo vicepresidente del CSM, David Ermini.

Ai lettori della Chiosa probabilmente non sarà sfuggita la curiosa vicenda di dieci giorni fa sull'elezione del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura. La votazione del 27 settembre, che ha portato il renzianissimo deputato PD David Ermini a diventare presidente de facto del CSM, ha suscitato grosse perplessità nella nostra redazione. Gli autori, prendendo spunto dalla vicenda, hanno iniziato come sempre un confronto che nel giro di poco si è trasformato nella solita caciara. 

L: Avete visto al CSM che capolavoro che hanno combinato?

M: Vedi? Ecco perché i magistrati devono essere eletti dal popolo.

L: Su un sacco di giornali è stato fatto passare che Ermini sia stato votato solo dal centro e dalla destra, come se al CSM fosse pieno di berlusconiani o centristi. Giù il cappello a Magistratura Democratica, se la sono giocata davvero bene. 

M: Già.

L: Benedetti l'hanno votato quelli del gruppo di Davigo, quelli di Area e i consiglieri laici di M5S e Lega. Per un totale di 11 voti. Gli altri tredici voti saranno tutti alfieri del berlusconismo, me l'immagino proprio. E io che pensavo Silvio non avesse grandi amicizie fra le toghe, che fesso!

G: Ma sì, non preoccupatevi. Date tempo al tempo. Solo fino a pochi anni fa erano considerati come degli appestati quelli vicino a Davigo, adesso possono anche metter il capo allo scoperto. Certo, per far carriera non è il massimo, ma insomma non è più un tabù come qualche tempo fa. 

F: Porca puttana, L., la separazione dei poteri ha fallito. Voglio i tribuni della plebe!

L: Eh no, di questo non mi convincerete. Io sono un fan di Montesquieu. 

G: Ma infatti funziona benissimo. 

L: L'unica cosa di cui si potrebbe discutere è l'elezione dei procuratori.

G: Ma va, è una cazzata. Praticamente è come eleggere democraticamente i medici negli ospedali.

L: Eh no, G., è diverso. Perché se hai un procuratore che si accanisce contro i reati a sfondo razzista o uno che si accanisce a perseguire le magagne delle ONG ottieni due risultati politicamente agli antipodi. Comunque nessuno parla della scelta democratica dei magistrati o più in generale dei tecnici. Qui si parla di istituire una figura politica, sovrapponibile all'attuale procuratore, che stia a dare un indirizzo politico alle procure nelle frequenti situazioni che lo richiedono.

G: Sì ma ognuno ha le sue garanzie per difendersi. Stai tranquillo che Salvini non ci finisce in galera per sequestro di persona, non lo rinvieranno neanche a giudizio.

L: Sì ma l'esser indagati ha di per sé un impatto.

G: Bah, se sei indagato non subisci granché a meno che non si tratti di reati gravi.

M: Ma non è solo una questione di impatto sul singolo. Il fatto è che una procura deve combattere il crimine usando risorse limitate. E scegliere come usare quelle risorse è un atto politico.

F: Soprattutto il tempo, che poi in questo ambito è la risorsa più limitata.

G: Non è così semplice. Intanto non puoi volere che le procure agiscano in completa trasparenza, è come volere dei servizi segreti trasparenti. E poi i procuratori sono scelti per meriti tecnici, non per quanto sono popolari o bravi a farsi eleggere. Personalmente preferisco il rischio di avere qualche procura più schierata in un senso o nell'altro piuttosto che stravolgere tutto il sistema e avere una selezione molto peggiore in tutte le procure. Invece una cosa sensata da fare sarebbe ridurne il numero, così eviti che il procuratore di Casalpusterlengo si inventi dei processi per acquisire un po' di notorietà.

F: Più potere alle procure che rimangono, certo, perché no? Porca puttana, Travaglio ti ha proprio fatto il lavaggio del cervello.

G: Perché dovrebbe aumentare il potere alle procure che rimangono? Vanno chiusi i tribunali piccoli così come le procure piccole. Sono uno spreco di soldi oltre che inefficienti e pericolosi.

F: C'è la competenza territoriale per evitare che i procuratori di Imperia si inventino i processi ai politici a Roma. Diminuire il numero delle procure vuol dire dar più potere a quelle che rimangono perché hanno più processi da gestire e indirizzare. Poi col fatto che ci sono problemi di congestione delle procure è anche probabile che un accorpamento di questo genere dia il colpo di grazia.
E poi spreco di soldi è parlare da Bonino, cazzo. 

Inizia ora una digressione non particolarmente inerente al tema della divisione dei poteri. La si riporta per dovere di cronaca ma il lettore che la volesse saltare a piè pari può farlo agilmente premendo qui.

G: F., ma che cazzo dici? Se una cosa è inefficiente e si può fare meglio con meno soldi non bisogna farla? È meglio dare stipendi a cazzo di cane?

F: Sì.

G: Vabbè, ma con chi sto parlando...

F: Guarda la sanità a cosa è ridotta dopo la chiusura dei pericolosi ospedali piccoli.

L: Ecco qua il BagnaiBot che si infila nel pericoloso sentiero del Torto. Si noti che tra gli astanti nessuno è un cottarelliano a favore della spending review a tutti i costi. Non sei in una sede di +Europa, F. G. ha fatto una semplice considerazione sull'inefficienza di piccole procure e piccoli tribunali, cosa che io sinceramente non condivido ma non mi sembra da condannare sulla pubblica piazza. Che poi esistano enormi sprechi nella PA invece è proprio demenziale negarlo.

G: F., allora, in un ospedale più grande ci sono più specialisti in ogni settore. Se tu hai una certa malattia, tipicamente vuoi farti curare da uno che ha esperienza in quello specifico campo. Gli ospedali piccoli invece hanno personale limitato e per necessità meno specializzato. Il risultato è che tu paghi gente per fare male un lavoro che altri farebbero meglio.

L: Sì ma G. questo non significa che non servano gli ospedali piccoli. L'ospedale piccolo, come il tribunale piccolo, ha un suo specifico ruolo sociale a cui non si può rinunciare in virtù della razionalizzazione assoluta.

M: G., nessuno sta suggerendo che il morbo di Kronenburg-Spitzerhäuse debba esser curato nell'ospedale di Vergate sul Membro. Semplicemente esistono fattori anche solo sociali che i criteri di "produttività" non tengono in conto: un ospedale piccolo di fatto "irraggia" la popolazione circostante, integrandola nel servizio sanitario mentre un sistema con ospedali enormi e radi lascia molte persone senza possibilità di curarsi.  E questo ragionamento lo puoi fare in molti settori

G: Esempio: mio nonno è sempre andato da medici e in ospedali vicini a casa sua. Ha sofferto per anni di un'acutissima nevralgia al trigemino che l'ha debilitato un sacco. È stato anche operato due volte ed è sempre stato peggio. Finalmente lo convinciamo ad andare all'ospedale san Matteo a Pavia e lì subito gli dicono che è un caso che avevano già trattato e le operazioni che aveva subito erano sbagliate. L'hanno operato e non ha mai più avuto nessun problema.

M: D'accordo ma resta il fatto che quando ti rompi una gamba non è giusto che tu debba per forza andare a Pavia. 

G: Certo, ma allora fa' sì che gli ospedali piccoli facciano solo da pronto soccorso e poco altro.

F: Ma G. ti rendi conto che oramai le donne di campagna o di montagna hanno problemi a partorire? A meno che non sei ricca e tuo marito si può prendere tre giorni di ferie per andare a stare all'hotel vicino l'ospedale, ovviamente. Bagnai ha affrontato la cosa quindi non dico niente di nuovo. In generale avere più ospedali serve perché statisticamente allunga la vita alle persone. Fare mezz'ora in macchina come è successo a mio zio per un ictus è una cosa vergognosa, specie se con l'ambulanza ce ne vogliono addirittura cinquanta di minuti.

G: Ma siete montanari! Donna in piedi e il bimbo vien giù da solo. Comunque, a parte gli scherzi, nessuno ha messo in dubbio il fatto che ci vogliano servizi di prima necessità a disposizione di tutti.

F: Sì ma concentrarli in punti strategici non funziona per l'Italia che è letteralmente divisa da una cordigliera per la sua interezza che è attraversabile agilmente in 4-5 punti. Devi delocalizzare quanto puoi. Magari coordinando i piccoli ospedali in una rete che distribuisca competenze e specializzazioni fra vari centri distanti venti o trenta minuti l'uno dall'altro.

G: Sì ma le possibilità di cura in un grande ospedale sono tutt'altra cosa.

F: Eh, ma se l'ospedale vero è l'unica cosa tra la vita e la morte la gente crepa. Che è poi l'obiettivo di chi taglia nella sanità: due piccioni con una fava, si abbassano i costi sia della sanità che delle pensioni.

Fine della digressione.

L: Ragazzi potremmo tornare alla nostra questione? Stavamo considerando la possibilità dell'elezione dei procuratori.

G: Sull'elezione dei procuratori non mi esprimo. È talmente ridicolo che neanche gli americani ci hanno ancora pensato.

M: Ehm, ma che dici? Veramente in quasi ogni stato il procuratore generale è democraticamente eletto. Ovviamente io propongo anche una modifica delle sue funzioni, ad esempio le indagini che diventano indipendenti dall'accusa. Poi ovviamente io sto parlando di elezione del procuratore, non dei PM, sia chiaro. E anche lì, comunque, separazione delle carriere tutta la vita.

"The state attorney general in each of the 50 U.S. states and territories is the chief legal advisor to the state government and the state's chief law enforcement officer. In some states, the attorney general serves as the head of a state department of justice, with responsibilities similar to those of the United States Department of Justice."

Questo modello, per quanto abbia delle pecche, non mi dispiace perché hai una figura che si occupa di politica criminale. Che, come il nome suggerisce, è politica. Il principio stesso dell'obbligatorietà dell'azione penale è ridicolo perché la procura non ha infinito tempo e soldi mentre la gente ha infinita voglia e opportunità di violare la legge, ahimè. 

G: Ma non è mica un procuratore l'attorney. È un consulente.

M: Beh, è una figura simile. È il consulente legale del potere pubblico nonché il capo della law enforcement. Quindi alla fine dirige la procura.

G: No, è diverso dal procuratore generale. Semmai assomiglia di più alla nostra Avvocatura dello Stato.

M: Diciamo che è un misto fra procura, avvocatura e "autorità indipendenti" varie che abbiamo in Italia. Ecco, quello che propongo io è una figura del genere.

G: Ma poi che senso hanno indagini "indipendenti dall'accusa", il diritto si basa sul fatto che è l'accusa che deve dimostrare la tua colpevolezza. Come cazzo fa a farlo se non fa lei le indagini?

M: Ovviamente, adattandosi al contesto di civil law, le indagini sarebbero fatte da una parte terza che non ha interesse né a condannare né ad assolvere. Non mi pare un principio così assurdo, nel mondo che vorrei funzionerebbe.

L: Aldilà delle indagini condotte da terzi (che trovo un po' macchinoso come sistema), il principio di una figura eletta, un politico, che nelle procure decida in che direzione mandare le indagini ha abbastanza senso, ahimè. O meglio, risponde alla necessità effettiva di dover decidere quali indagini priorizzare e quali no. Insomma G. non mi pare assurdo che le procure di Aosta e Vibo Valentia dedichino risorse diverse alla questione caporalato.

G: E se dei PM volessero indagare su altro? Per esempio, su qualcuno dello stesso partito del politico?

L: Eh questo è esattamente il problema che mi lascia grosse perplessità.

M: Creando un opportuno sistema di contrappesi si darebbero la zappa sui piedi tempo zero. Basterebbe già dire che i pm non sono gli schiavi del procuratore ma hanno le loro garanzie professionali.

G: Faccio notare che comunque per coordinare le procure c'è già il CSM.

M: Eh sì, che come abbiamo visto è di fatto un organo politico. Del PD, nella fattispecie.

G: Vero, ma allora cambiamo le elezioni del CSM. Mi convince molto di più l'idea di un organo politico superiore che coordini la magistratura, piuttosto che l'elezione diretta dei procuratori, che devono essere selezionati solo per quanto sono bravi a fare indagini e a rendere efficienti i loro sottoposti.

M: In effetti un CSM completamente rinnovato potrebbe fare miracoli. Chiaramente non si può far eleggere i magistrati al popolo. Non prima della rivoluzione per lo meno. Un CSM con più poteri e con membri eletti dal popolo sarebbe davvero una bel passo avanti.

G: A cui si possano candidare solo ex magistrati con una certa anzianità, ma comunque eletti.

M: In realtà secondo me potresti avere anche 1/3 di membri togati eletti dalla magistratura e 2/3 di membri laici eletti dal popolo. Privilegiando i comici magari, per rendere tutto più accattivante.

G: O gli ex studenti di fisica?

AM: A sto punto di' direttamente "redattori della Chiosa".

 

 

 

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