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“O la Chiosa Pubblica o il caos.”

Pietro Nenni

  • Veduta dello stabilimento dell'Ilva.

    Il mapensa del mese di novembre è arrivato da Taranto: con grande sorpresa dei più, ArcelorMittal ha definitivamente annunciato il proprio ritiro dal contratto di acquisizione degli stabilimenti siderurgici dell’Ilva. La notizia è calata come una scure sulla precaria compagine giallo-rosa, innescando un farsesco battibecco fra gli alleati di governo sull’opportunità dello scudo penale.

  • Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Bolton mostra al mondo le qualità della diplomazia americana.

    Tira una brutta aria a Caracas negli ultimi mesi. La capitale, come anche le altre città costiere del Venezuela, è letteralmente arrivata alle pezze. Trovare generi alimentari da portare in tavola è una missione sempre più difficile e i medicinali, anche quelli salvavita, risultano di fatto introvabili. Persino la carta igienica scarseggia.

  • Una banconota da 500 Franchi CFA.

    Strano ma vero, il tema caldo dell’ultimo fine-settimana giornalistico italiano è stato davvero sopra le righe, nulla a che vedere con le solite polemiche sterili a cui siamo stati abituati dagli illustri fondisti della domenica mattina. Stavolta la vicenda sotto ai riflettori è quella del Franco CFA, acronimo che oggi sta per Comunità Finanziaria Africana e che fino a ieri alludeva alle Colonie Francesi d’Africa.

  • Domino’s Pizza

    È successo. I barbari, che Milano del resto l’hanno fondata e abitata, sono tornati nella città della Madonnina. E fin qui, poco male: le invasioni sono un fenomeno ricorrente nella storia del nostro Paese. Lo scandalo è un altro: i barbari vogliono insegnarci a bere il caffè! E questa volta non si tratta nemmeno di quella brodaglia piena di zucchero e cannella che esce dai loro robot azionati da impiegati-schiavi pomposamente chiamati “barista”. No. Stavolta il caffè, di qualità, è tostato sul posto, fatto cristianamente, a mano, come (o meglio che?) nei bar italiani.

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