Articolo apparso su "ilParagone" in data 17 maggio 2020.
Articolo apparso su "ilParagone" in data 15 maggio 2020.
Articolo apparso su "la Fionda" in data 6 maggio 2020.
Articolo apparso su "ilParagone" in data 25 aprile 2020.
È da più di ventiquattr'ore che la comunicazione marchiata Rocco Casalino marcia a tambur battente. Sotto al tendone filogovernativo le parole d'ordine di oggi sono: "Basta bufale! Il MES non è stato firmato!"
Vero, verissimo. Per accedere alle linee di credito del Meccanismo Europeo di Stabilità c'è bisogno di un voto parlamentare. Quindi Gualtieri – anche volendo, anzi pur volendo – non avrebbe materialmente potuto sottoscrivere l'ingresso italiano nei protocolli del MES.Articolo apparso su "la Fionda" in data 8 aprile 2020.
Pezzetto cortino ma noiosetto, non me ne vogliate. Stavolta non ci sarà bisogno del cappellino di stagnola, potrete ritrovare tutti i fatti in esame riportati anche su carta intestata della BCE.
Dunque respirone e inoltriamoci nella palude.Dichiarazione di oggi della nuova Presidente della BCE: "We are not here to close spreads, there are other tools and other actors to deal with these issues." Traduco alla buona le parole della Lagarde: "Non siamo qui per tener sotto controllo gli spread, ci sono altri strumenti e altri attori deputati a gestire questi problemi."
Premessa dettata dall'onestà intellettuale: nel mio precedente articolo sulla Brexit [1], pronosticavo la possibilità di raggiungere un accordo soddisfacente per entrambe le parti coinvolte, falsificando le nefaste previsioni dei media sugli effetti dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea.
«La mia Europa è morta» sentenziava Romano Prodi a gennaio del 2017. È proprio vero, sono già due anni che persino il più convinto promotore nostrano dell’europeismo a tutti costi ha dovuto ricalibrare il tiro sullo stato dell’Unione. Quella dichiarazione è stata un vero e proprio libera-tutti che ha dato il via a un’entusiasmante gara al riallineamento.
La trattativa tra la Commissione Europea e il Governo italiano sulla legge di bilancio è stata sicuramente l'argomento politico più caldo dell'autunno 2018. L’insistenza della Commissione sul rispetto delle “regole” e, in particolare, sulla necessità di ridurre il deficit per ridurre il debito pubblico ha creato non pochi grattacapi al governo giallo-verde, che si barcamena per conciliare le promesse elettorali ribadite nel contratto di governo con il tentativo di raffreddare lo spread sui titoli di stato e mitigare le turbolenze finanziarie.